Covid-19: la seconda ondata

Covid-19: la seconda ondata

Ci avviamo al termine di questo 2020 drammaticamente contrassegnato dalla pandemia di Covid-19. Come ci si aspettava, anche se non con tale intensità, si è verificata la cosiddetta seconda ondata, e in modo particolare in Europa. A tre mesi dalla mia precedente analisi ne propongo qui una aggiornata, ancora con l'intento di dare, per quanto mi è possibile, una visione di insieme.

La malattia e le ricadute economiche

Similmente a quanto fatto nella mia precedente analisi, ho compilato una classifica delle nazioni più colpite dalla malattia evidenziando per ciascuna i due indici, o statistiche, più importanti: la Prevalenza dei Casi positivi, e la Mortalità. Si tratta in entrambi i casi di valori che si ottengono dividendo, rispettivamente, i casi positivi totali e i decessi totali (da Gennaio a oggi), per il totale della popolazione. Solo così ha senso confrontare nazioni con popolosità anche molto diverse (Nota-Bene: nel mio precedente post avevo erroneamente utilizzato, in questo caso, il termine Incidenza, al posto di Prevalenza).

A ciascuno di questi due indici, per dare indicazione dell'andamento attuale della malattia, ho affiancato il valore della relativa Incidenza, cioè il conteggio giornaliero (rispettivamente, di casi positivi o di decessi), ancora diviso per il totale della popolazione e in media settimanale (infatti, per ridurre le inevitabili, e fuorvianti, oscillazioni nei conteggi giornalieri, si preferisce considerare i valori medi delle Incidenze negli ultimi 7 giorni).

Tutti e quattro i valori suddetti vengono poi moltiplicati per 100.000, al fine di ottenere dei valori numerici facilmente leggibili, non troppo piccoli: questo è il significato dell'espressione "ogni 100.000 abitanti". Ho aggiunto poi un quinto valore, la variazione del PIL (Prodotto Interno Lordo), annuale, allo scorso Settembre 2020 rispetto a quello di un anno prima, per fornire un’indicazione anche sugli effetti economici.

Ma, cosa che credo più importante, ho associato a ciascuna nazione la cosiddetta Curva dei Casi Positivi, cioè il grafico dell’andamento temporale dei nuovi Casi Positivi Giornalieri, da Gennaio a oggi. Questa informazione visiva, la forma della curva, è di impatto più immediato e sintetizza meglio di qualunque numero la dinamica intrinseca della malattia al passare del tempo e anche le reazioni dei governi e delle popolazioni. Anche in questo caso la curva esprime i valori medi degli ultimi 7 giorni.

Ho escluso, arbitrariamente, le nazioni con meno di otto milioni di abitanti (104 su 203 totali) per rendere la lettura dei dati meno dispersiva. Del resto confrontare paesi piccoli con altri molto più popolosi non mi sembra molto significativo, dato che nei primi la rilevanza di singoli focolai risulta fortemente distorcente nel calcolo delle tendenze medie, che sono quelle più informative in un ottica di confronto, e inoltre in essi le politiche di contrasto sono molto più facili da attuare, favorendoli rispetto agli altri più grandi. Ho aggiunto in fondo all'elenco Australia, Giappone, Sud Corea e Cina, staccate di alcune posizioni, per la loro importanza e interesse, in assoluto e relativamente alla pandemia. Un elenco completo di tutte le nazioni, ordinabili a piacere secondo vari criteri, è disponibile sul sito del New York Times.

Le 50 nazioni più colpite: Curve, Contagi, Decessi, PIL

  • Le nazioni sono ordinate, in senso decrescente, per Prevalenza di Casi positivi, cioè i Casi Totali ogni 100.000 abitanti.
  • I grafici rappresentano invece i Casi giornalieri, in media settimanale, normalizzati, cioè le curve sono state aggiustate in verticale in modo che tutte abbiano la stessa altezza massima, così da facilitarne il confronto non nei livelli assoluti ma nella forma, ovvero nella dinamica temporale.
  • Sono state considerate le prime 50 nazioni con almeno 8.000.000 abitanti, più Australia, Giappone, Corea del Sud e Cina.
  • Ciascun grafico, una volta selezionato, mostra i Totali di Casi, Morti e Popolazione, oltre al valore della Letalità (morti/casi*100).
  • Dati Covid-19 e grafici dal sito del New York Times.
    Dati PIL dal sito Trading Economics.
    Elaborazione mia.
  • Dati dal 22 Gennaio 2020 all'16 Dicembre 2020.

Colti ancora di sorpresa

L'autunno, con la ripresa della scuola e delle altre attività al chiuso, si presentava come un momento favorevole alla ripresa della malattia. Come temuto questa ripresa si è verificata ma purtroppo con una rapidità e una intensità che ha finito per cogliere ancora di sorpresa le popolazioni e le organizzazioni che pure si erano attrezzate, sia nelle ampliate strutture di cura, che nelle attività di monitoraggio e prevenzione dei contagi.

Può darsi che la stanchezza dovuta alla quarantena della primavera e la conseguente insofferenza verso le norme restrittive abbia avuto un ruolo, così come la rilassatezza dei comportamenti durante l'estate, ma probabilmente la causa principale di questa recrudescenza è da rintracciare nella forza intrinseca della malattia, nella sua diffusività che non potevamo ancora conoscere, dato che nel Marzo scorso si era manifestata per la prima volta quando ormai si era già affermata e quindi dopo che potessimo avere coscienza delle sue tempistiche di sviluppo. Tempistiche che abbiamo invece avuto modo di sperimentare "in diretta", per così dire, nelle scorse settimane e che si sono rivelate sorprendentemente rapide.

In Italia, a Ottobre, la crescita esponenziale dei nuovi casi ha avuto un tempo di raddoppio di 7 giorni, contro i 3 - 3.5 di Marzo. Visto che però, diversamente ad allora, si era in un regime di comportamenti di contenimento dei contagi, ci si poteva aspettare un valore ben maggiore (e quindi migliore). Gli scettici, all'inizio, imputavano alla elevata sensibilità dei test questo marcato aumento dei numeri della malattia, e criticavano come allarmistiche le voci preoccupate dei più prudenti, ma purtroppo i dati drammatici delle ospedalizzazioni prima e dei decessi poi, qualche settimana dopo, hanno confermato la serietà della situazione.

Questa situazione si è verificata più o meno in tutto l'emisfero settentrionale, a riprova di una stagionalità dovuta alle differenti abitudini indotte dal clima freddo, più che dalle caratteristiche del virus. In particolare è stata colpita l'Europa, dapprima quella Occidentale, già tra le aree più colpite la scorsa primavera, e poi quella Orientale che invece era stata finora risparmiata. In questi giorni poi ci sono segnali di preoccupanti impennate nei paesi nordici (Germania, Olanda, Regno Unito) ma anche in Corea del Sud e in Giappone, che, pur continuando ad avere numeri nettamente inferiori a quelli europei, stanno registrando una rapida crescita dei contagi con valori record dei nuovi casi giornalieri.

Insomma, la malattia si è rivelata fortemente contagiosa, anche in presenza di misure di contenimento di intensità medio-alta. E la stagione invernale, usuale periodo di malattie respiratorie, è appena cominciata: dopo questa "pausa" di fine anno, è facile che si assisterà ad una ulteriore ripresa generalizzata dei contagi, forse anche in Cina, ma fortunatamente con sempre maggior conoscenza di come gestire la situazione, sia dal punto di vista della prevenzione che da quello della cura, e anche prescindendo dai vaccini, che, purtroppo, cominceranno a influire non prima di diversi mesi.

Le misure restrittive

Per confrontare le contromisure adottate dai governi in termini di politiche restrittive si può ricorrere a un indice messo a punto dall'Università di Oxford: qui sotto riproduco la mappa mondiale per la giornata del 15 Dicembre 2020.

Fonte: Financial Times

La risposta delle popolazioni

Al di là dei provvedimenti governativi occorre però tenere conto anche della risposta delle popolazioni per valutare quanto effettivamente sia stata impattante la malattia su attività e abitudini delle società.

Ripropongo, aggiornata, le statistiche di mobilità messe a disposizione da Apple, desunte dai dati di geo-localizzazione dei dispositivi mobili degli utenti.

Fonte: Apple

Spicca il nostro paese sia per il grande blocco di Marzo che per lo slancio estivo, il quale però potrebbe avere anche il contributo di una quota di turisti stranieri, specie tedeschi, come parrebbe suggerire la speculare conca della curva tedesca, in corrispondenza di Agosto.

La Mortalità generale

Indice importante dell'impatto della malattia sulla società è la Mortalità Generale, non quella riferita ai soli casi riscontrati della malattia. Infatti il dato generale tiene conto, oltre ai decessi per Covid-19 rilevati, anche di quelli non rilevati, oltre a quelli imputabili indirettamente alla pandemia, per esempio per la saturazione del sistema sanitario.

L'Università di Oxford fornisce una pagina interattiva per questo dato. Qui riporto i grafici relativi ai principali paesi europei.

Fonte: Our World in Data

La situazione attuale

Incidenza dei casi giornalieri: media nell'ultima settimana (fonte e dettagli: New York Times)

Per una visione rapida di come stanno evolvendo i contagi si può vedere la pagina apposita del sito Our World in Data, che permette di esplorare i dati in modo interattivo.

Fonte: Our World in Data
Fonte: Our World in Data

Nel mio precedente post di Settembre concludevo abbastanza ottimisticamente. Ora la situazione sembra più preoccupante. Consola l'avvio della campagna vaccinale, che però richiederà tempo e accoglienza da parte della gente. Speriamo che tra un anno si possa vedere l'arrivo dell'inverno con più fiducia. Per adesso occorrerà tenere ancora duro. Ad ogni modo: buon inverno e ... buon anno!

Andrea Alberini, 18 Dicembre 2020

- L'immagine di testa è ricavata dal sito del New York Times;
- Dove non diversamente specificato, dati, grafici e immagini sono stati raccolti il giorno 17 Dicembre 2020 e, normalmente, si riferiscono al giorno precedente, 16 Dicembre 2020;
- Le fonti di dati, grafici e immagini utilizzati, sono indicate di volta in volta all'interno dell'articolo.


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