Cinque giorni sulla via Francigena
Cinque giorni di stacco, per rimettermi a fuoco, ma anche per realizzare un'idea, un piccolo-grande sogno tenuto in serbo da qualche anno, intralciato dalla stanchezza della pandemia.
La scelta di un tratto della via Francigena per una manciata di giorni, a metà Maggio: la Tuscia, il tratto viterbese.
Natura rigogliosa, panorami di antichi vulcani, gente amabile, memorie e suggestioni etrusche e romane.
Il paesaggio, fondale dell'anima, scena di incontri semplici e veri, per quanto fugaci. Il cammino, anche se faticoso, dona al corpo una forza inaspettata.
Fiancheggiando il lago di Bolsena fino a Montefiascone, dove si riunivano le vie che dal Nord Europa portavano a Roma. La Francigena, come dice il nome, era quella più occidentale, proveniente dalla Francia.
Il tracciato tosco-laziale segue in gran parte la via Cassia, l'antico percorso che da Roma conduceva a Firenze. Restano ancora alcuni tratti col fondo originale, il basolato romano, pressoché intatto dopo duemila anni.
A Viterbo, ricca di testimonianze medievali, comincia un vero e proprio viaggio nel tempo.
Verso Sutri, l'ultimo giorno, il paesaggio si fa via via più boscoso. L'oscurità del verde accresce e accompagna la fascinazione delle memorie passate, in particolare di quelle etrusche.
Qualcuno al mattino riprende la Cassia verso Roma. Per me invece è ora di tornare. Ma i pochi giorni non sono passati invano. La fiducia, per quanto pensata, è arrivata da sé, spontanea e gratuita, senza farsi notare. Farà compagnia nei giorni a venire, una volta ripreso, a casa, il consueto cammino quotidiano.
Andrea Alberini, 11-16 Maggio 2022
Comments powered by Talkyard.